L’onda di comicità tra chi parte e chi resta

Daniele Tinti è uno dei volti di Comedy Central. Nato a Roma, classe 1990, a due anni si è trasferito a L’Aquila per rimanerci fino al 2009. Lo abbiamo incontrato prima della performance di ieri sera, lo stand up Comedy nel cortile di Palazzo Ciolina.

Il Festival della Partecipazione ti ha riportato qui da professionista: quali sono le tue aspettative?

Spero che il mio senso dell’umorismo e quello degli aquilani siano settati sulla stessa lunghezza d’onda, ma secondo me riuscire a ridere delle cose, specie quelle tristi, è proprio il valore più grande della comicità.

Quindi hai intenzione di parlare anche del terremoto?

Sì, non proprio del terremoto in sé, quanto di alcune sue conseguenze. Io faccio monologhi e parlo di me stesso, per cui parlerò di alcuni modi in cui il terremoto ha influenzato la mia vita. Non parlerò del terremoto in sé, bisogna trovare qualcosa di buffo da dire.

Che impressione hai avuto dalla nostra città in questa occasione?

Torno abbastanza frequentemente perché qui ci sono i miei amici di infanzia. Stavolta sono rientrato in casa, e anche se siamo senza gas, ho avuto l’impressione di una città unica, ancora di più adesso, una città che cerca di spostarsi dalla sua situazione che si può chiamare particolare.

Le ragioni che ti hanno spinto a lasciare L’Aquila, invece, quali sono state?

La mia famiglia in realtà è di Roma. Sono il secondo di due figli e avevamo già deciso che, una volta finito il liceo, saremmo tornati lì. Qui avevamo perso la casa, a Roma ne avevamo una e ci siamo rimasti.

Torneresti a vivere qui?

Tornare a vivere qui è complicato. Ormai sono da otto anni a Roma e li’ ho una vita stabile: tornare a vivere e lavorare a L’Aquila, dopo aver costruito contatti, appoggi e relazioni sociali a Roma, sarebbe un cambio radicale a cui non credo di essere preparato. Sono intenzionato a fare spettacoli qui e anche a portare comici da fuori, però fare il comico a L’Aquila è un po’ complesso, sicuramente più comodo nelle grandi città.

Cosa pensi di rigenerazione urbana e politiche dal basso, tra i temi principali del festival?

Trovo sia fondamentale organizzare in tutti i centri urbani eventi di partecipazione dal basso e di iniziativa popolare, a maggior ragione in una città come L’Aquila.

Per concludere, una domanda molto classica: la tua prima volta su un palco?

È stata tre anni e mezzo fa, a Roma, in un locale in cui si organizzavano serate di stand up comedy, in cui si poteva parlare per cinque minuti. È andata abbastanza bene e ho continuato a mantenere rapporti con persone che ho conosciuto lì e che avevano la mia stessa passione.

Arianna Maran