La terra trema: si balla con Elio e le Storie Tese

Un abbraccio pieno di gioia, risate e partecipazione: ieri sera a piazzale Collemaggio era impossibile star fermi. Elio, nome d’arte di Stefano Belisari, aveva già ammesso di essere entusiasta all’idea di suonare a L’Aquila, ma forse non si aspettava un’accoglienza così calorosa, come fosse entrato a far parte di una grande famiglia.

Elio e Le Storie Tese sono arrivati a L’Aquila per il concerto gratuito del Festival della Partecipazione dopo il tour internazionale, il “Tur 2017”, iniziato il 23 giugno scorso e che li vedrà ancora in giro per l’Italia almeno fino al 19 dicembre.

Un concerto per “solo” quattromila persone, perché per motivi di sicurezza la polizia si è assicurata di chiudere i varchi di accesso dopo l’ingresso del numero predefinito: non che questo abbia fermato gli sfortunati non riusciti a entrare in tempo, che si sono seduti al limitare del prato di Collemaggio per ascoltare dagli altoparlanti le voci di Elio e i suoi compagni di avventura, insieme dal 1980 ed “esplosi” per il grande pubblico con “La terra dei cachi” ed il secondo posto al Sanremo 1996.

Dopo la chiusura dei varchi, aperti già durante il sound check, i rappresentanti di Cittadinanzattiva, ActionAid Italia e Slow Food Italia, le organizzazioni promotrici del festival, hanno salutato il pubblico e chiesto un applauso ai volontari e ai membri dello staff, “senza i quali tutto questo sarebbe stato semplicemente impossibile”.

L’applauso scuote il prato di Collemaggio. Poi arriva Elio, e non c’è più niente da fare: grida, applausi, gente che balla e cerca di parlargli, fan di vecchia data e ragazzi che magari hanno sentito solo un paio di canzoni prima di innamorarsi del vocione di Elio, della sua originalità. Nessuno sta fermo, tutti cantano sulle note delle canzoni più famose e ridono quando sul palco succede qualcosa di strano o di inaspettato, nel pieno stile di Elio e le Storie Tese: una cantante con il raffreddore che riesce comunque a far rabbrividire tutti gli ascoltatori, un nuotatore che fa pole dancing sul palco, un batterista che non ha paura di distruggere il suo strumento pur di raggiungere la nota precisa che aveva in mente.

A mezzanotte, cala la “Tapparella” sull’evento e la gente si disperde, chi felice come non mai per aver passato una serata all’insegna della musica e della gioia, chi triste perché sa che la magia è finita.

Magia. La magia della musica che in casi come questo diventa magia della partecipazione. La partecipazione bella, che fa tremare la terra a forza di ballare e battere i cuori di perfetti estranei all’unisono. Il Festival della Partecipazione e tutti i suoi ideali di unione e forza racchiusi in un singolo, meraviglioso concerto.

FOTO: Alessandro Serranò

Vera Lazzaro