I servizi sanitari? Valutiamoli noi cittadini

Il Sistema Sanitario Nazionale garantisce a ciascuno gli stessi servizi? È sostenibile? È possibile per i cittadini diventare parte attiva nella valutazione delle prestazioni? Su queste domande ieri mattina si sono focalizzati due incontri del Festival della Partecipazione.

Il primo panel nell’Auditorium Renzo Piano, dedicato a “Diritto dell’individuo ed interesse della collettività: la tutela della salute alla prova del federalismo”, ha riguardato le modifiche subite dal Ssn a seguito della riforma che ha affidato alle singole Regioni l’organizzazione della propria assistenza sanitaria. Una riforma che ha indotto profonde disuguaglianze nei servizi erogati, al punto che sempre più spesso si sente parlare di cittadini di serie A e cittadini di serie B.

Ha aperto i lavori Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale dei Diritti del Malato di CittadinanzAttiva, che ha spiegato il concetto di sostenibilità in sanità: Aceti ha contestualizzato le differenze in termini di costi e di assistenza tra i diversi Paesi europei e tra le regioni italiane. A seguire, Paolo Marchetti, direttore della Unità Operativa Complessa di Oncologia dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma nonché presidente della Società Italiana di Medicina Personalizzata, ha illustrato le motivazioni che hanno portato all’aumento dei costi nel Ssn: su tutte, l’utilizzo dei farmaci “ad alto costo”, che, meno tossici di quelli tradizionali, riescono a garantire una perfetta guarigione oppure, nel caso delle patologie oncologiche, una maggiore sopravvivenza del paziente ed una migliore qualità di vita. Marchetti ha quindi portato il pubblico a riflettere sulla dicotomia tra sostenibilità economica ed efficienza delle cure, invitandolo altresì a pensare al difficile compito degli organi politici che ogni anno si trovano a dover compensare il bisogno di assistenza della popolazione con l’equilibrio di bilancio.

Ma l’accesso ai servizi sanitari e la garanzia di un’assistenza sanitaria efficace ed efficiente è un diritto sancito dalla Costituzione, come ha sottolineato Francesco Clementi, costituzionalista e professore di Diritto Pubblico comparato nel Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Perugia.

I cittadini quindi cosa possono fare? Il workshop a palazzo Fibbioni nella seconda parte della mattinata ha illustrato buone pratiche di valutazione civica dei servizi sanitari. Giovanni Leonardi, direttore generale “Ricerca e Innovazione in Sanità” del Ministero della Salute, ha esposto le motivazioni che hanno indotto ad identificare i cittadini come co-attori dei processi di valutazione ed ha spiegato come sono stati costruiti gli indicatori di qualità usati nel processo.

Un argomento ripreso ed ampliato da Giuseppe Banfi, direttore scientifico dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi Milano, realtà in cui esistono procedure che consentono di valutare l’efficacia dei servizi sia dal punto di vista medico sia dal punto di vista del paziente, chiamato ad esprimersi sull’assistenza ricevuta.

Quali siano queste procedure lo hanno spiegato: Aldo Cerulli, segretario regionale CittadinanzAttiva Abruzzo; Francesca Moccia, vicesegretario generale CittadinanzAttiva; Daniela Mondatore, “Partecipazione e Attivismo Civico” CittadinanzAttiva. Nei loro interventi, interagendo con il pubblico, hanno introdotto i concetti di misurazione (cosa, dove e come valutare), esplicitato le metodologie di analisi del contesto da seguire per l’interpretazione dei risultati e spiegato le tecniche per migliorare i servizi sanitari, cioè come contribuire ai cambiamenti e monitorarli.

Giulia Necozione