Sulle tracce delle Fake News

Sono sempre in costante evoluzione, sono difficili da individuare e possono colpire chiunque. Non sono le malattie, ma le fake news, le notizie false o “bufale”, fenomeno al centro dell’incontro tenutosi nell’aula “Ciuffetelli” del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università de L’Aquila.

Come si evolvono le fake news? Che problemi causano? Come possono essere combattute? Dopo l’introduzione a cura del responsabile comunicazione di Cittadinanzattiva Alessandro Cossu, hanno risposto a queste domande il vicedirettore del TG1 Fabrizio Ferragni e il direttore delle relazioni istituzionali di Mediaset Italia Stefano Selli.

La diffusione dei social network come piattaforme d’informazione e
la velocità delle dinamiche online, dove per ottenere risultati rilevanti a volte si incoraggia la celerità a discapito della qualità dei contenuti, sono due dei fattori che portano all’incremento delle notizie false.

Spesso, la mistificazione dell’informazione avviene esagerando a partire da un fondo di verità, con notizie che diventano potenti strumenti di propaganda politica, atti a screditare importanti personalità delle istituzioni e dello spettacolo. Le fake news sono spesso diffuse anche da comuni cittadini, che attraverso un uso sbagliato dei social network possono esprimere opinioni parziali influenzate da preferenze politiche o su basi errate.

Durante il dibattito sono emerse importanti riflessioni su come sia la politica che il profitto possano influenzare l’imparzialità di un giornalista, che per problematiche morali o un maggiore ritorno economico potrebbe essere costretto a modificare parzialmente un articolo in modo che non rispecchi realmente l’argomento trattato. Problematiche che potrebbero essere risolte con dei giornalisti attenti alla qualità delle fonti e alla separazione dalla professione degli aspetti commerciali e di potere-politica .

Purtroppo, quest’ultima proposta non è semplice da applicare, sia perché la politica, come la filosofia, rientra nei comportamenti quotidiani, sia perché la spinta a guadagnare è fondamentale per ogni lavoratore. Forse, se avessimo più consapevolezza dell’importante ruolo del giornalismo, le cose potrebbero cambiare in meglio.

A cura di Lorenzo Liberati