Quale futuro per il cuore sociale del S.Tommasi?

Quale futuro per il complesso monumentale “S. Tommasi” de L’Aquila? Ne hanno discusso tutti gli attori interessati venerdì 13 nella sala Rivera di Palazzo Fibbioni, all’ambito del percorso “Piazze della Partecipazione”.

Il complesso S.Tommasi, prima del sisma del 2009, ospitava una biblioteca, specializzata nei testi del filosofo Benedetto Croce; il Convitto Nazionale “D. Cotugno”; gli uffici della Provincia e della Camera di Commercio nonché alcune attività commerciali private. Un vero e proprio cuore sociale da ricostruire. Ai tavoli multistakeholder hanno preso parte sia cittadini volenterosi di veder rinascere questo luogo attraverso la coprogettazione sia figure istituzionali come il presidente vicario della regione Abruzzo Giovanni Lolli e la dirigente del Convitto Serenella Ottaviano.

Il primo tavolo, intitolato “Nuovi Spazi Nuovi Servizi”, ha sviluppato suggerimenti per lo sfruttamento dei nuovi spazi interni. Tra le proposte: inserire stampe digitali e luoghi di confronto utilizzabili per conferenze pubbliche, per rendere la biblioteca al passo con i tempi; potenziare lo sport come cultura del vivere bene e in forma; dedicare spazi all’attività dei privati valorizzando l’artigianato locale; inserire ambienti che abbiano la finzione di collante tra le diverse generazioni.

Il secondo tavolo, “Biblioteca al futuro”, si è focalizzato sulle soluzioni adatte a rendere contemporaneo il luogo di cultura, specie alle nuove generazioni, attraverso nuove tecnologie. In particolare, è stata messa in evidenza la necessità di garantire un’accessibilità alle sale h24 nonché di favorire la fruizione di libri scansionati e messi a disposizione attraverso una start-up.

Il terzo tavolo, “Progetto Partecipato”, si è concentrato sulla storia recente della biblioteca per ricavarne spunti da rielaborare in un’ottica di miglior diffusione futura. Un patrimonio culturale che si sta lentamente perdendo, hanno affermato più cittadini.

Altro tema chiave trattato nell’incontro, la presenza nel complesso monumentale del Convitto, un punto di riferimento per gli studenti provenienti da altre regioni anche per la sua posizione strategica nella zona centrale della città. Una posizione che non è detto sia riconfermata, anzi sono stati molti i dubbi sottolineati al riguardo dalla dirigente Ottaviani durante la conversazione.

Un punto di vista comune, emerso dal confronto, è il bisogno di riattualizzare una struttura molto importante che però, se fosse ricostruita così come molti la pensano, si rivelerebbe completamente anacronistica nonché di poca attrazione per le generazioni future: è proprio su questo che si condensa la difficoltà degli enti competenti, cioè su come rendere di nuovo popolare una struttura che si sta lentamente emarginando dalla società aquilana e farle recuperare la sua funzione culturale e soprattutto sociale come luogo di aggregazione.

A cura di Stefano Rotolante