Il cantiere più grande d’Europa: l’Aquila rinasce, anche con la Partecipazione

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«Ogni volta che si inaugura la ristrutturazione di un palazzo, c’è l’invasione di aquilani. Ogni volta che una vecchia bottega riprende l’attività, è una festa per tutti. Oltre alle ferite, i nostri cari, il lavoro, il terremoto ci ha portato via il nostro quotidiano. Il centro dell’Aquila è sempre stato il centro della nostra vita». Beatrice Di Marco è una giovane donna aquilana che dopo gli studi a Roma è tornata in città dove porta avanti la sua attività (la dinamicissima Didima Comunicazione insieme alle sue altrettanto giovani socie Alessia Di Giovacchino ed Elisa Marulli) con la bella determinazione che dovrebbe garantire il successo. Beatrice è una delle tante ragazze che hanno visto ribaltarsi la vita quel dannatissimo 6 aprile 2009. E che ora rivive la sua città e il faticoso percorso di ricostruzione che coinvolge tutti.

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E infatti, non è molto diversa la testimonianza della nostra Elisabetta Mastracci, energica fiduciaria dell’Aquila, sin da quando la Condotta Slow Food è stata ricostituita nel 2014: «Da ragazzi ci si incontrava sotto i portici, ogni gruppo aveva la propria colonna. Non avevamo bisogno di darci appuntamento, semplicemente ci si incontrava lì. Quando il centro è crollato, è venuto meno il nostro spazio di aggregazione, quel luogo fisico che ci permetteva di vivere la comunità. Ci sono mancati tutti i riferimenti, i nostri negozietti storici, le botteghe dove comprare il pane. Ci siamo trovati dispersi come se la nostra vita fosse esplosa, come se fossimo stati fatti in mille in pezzi e sparati lontani l’uno dall’altro». E adesso? «Stiamo riallacciando i fili, certo non c’è la maglia forte di prima, ma la voglia nostra di rivivere il centro c’è, è forte, perché quella è la nostra città. Andiamo a passeggiare in mezzo al cantiere, viviamo in mezzo alle macerie. Ci riprendiamo la città. Fin da subito: i nostri anziani si radunavano sempre in un angolo di Piazza Duomo, quello più soleggiato, la chiamavano La puglietta. Ebbene, subito dopo il sisma, La Puglietta è stata ricreata in un tendone in Piazza della Fontana Luminosa (Piazza del Battaglione Alpini Ndr). La nostra volontà c’è tutta». Anche per loro, anzi insieme agli aquilani Action Aid Italia, Cittadinanza attiva e Slow Food Italia, insieme al Comune dell’Aquila, hanno dato vita al Festival della Partecipazione: oltre 80 eventi spalmati su 4 giorni, per imparare insieme a riprenderci il nostro spazio nella gestione del bene comune, a influire come cittadini nel governo di questa nostra Italia.

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E in questa bella festa non potevano mancare le nostre Osterie e i cibi di strada che meglio raccontano il territorio: dagli arrosticini alle pallocche cacio e ova, vi assicuriamo che il vostro palato non rimarrà deluso. «Hanno aderito le Osterie del nostro circuito, giovani chef che amano la loro terra e lavorano per valorizzare il territorio. Si sono davvero messi in gioco: lavorano tutti insieme in uno spazio condiviso, senza gerarchie e rinunciando alle “comodità di casa”. Sono splendidi giovani e volenterosi, sono stati bravissimi: di difficoltà ne abbiamo avuto a bizzeffe! Noi ci abbiamo messo la nostra caparbietà, loro un talento straordinario» ci racconta Elisabetta. In Piazza del Duomo trovate allora i cavalli di battaglia e i piatti migliori di La Rupe (L’Aquila), Pane e olio (Poggio Picenze), Sapori di Campagna (Ofena) e Dentro le Mura (Termoli). E cucineranno nelle postazioni dalle scuole di cucina Quanto Basta (L’Aquila) e Tu Chef (Roma). E se vi viene sete trovate gli attenti sommelier della Fisar e il Birrificio Castelli Romani. Se invece siete amanti del cibo da passeggio e non volete perdere nemmeno un minuto del festival, rivolgetevi ai Food Truck nel Parco del Castello con pallocche cacio e ova, spizzichi (bruschette) e il cannolo con la ricotta di pecora di Apetta, le Bombette, le birre artigianali dell’Aquila di Alkibia, la porchetta di Venditti, la Braceria di strada, gli arrosticini Ciabattella, l’Antica focacceria San Francesco, la Polpetteria
e l’ospite straniero: il cibo messicano della Revolucion.

In pieno stile slow, non potevano mancare i produttori locali che presentano i loro prodotti nel Mercato Contadino sotto i portici di Corso Vittorio. Qui potrete trovare anche i Presìdi Slow Food abruzzesi: il cece di Navelli, la lenticchia di Santo Stefano di Sessanio, la patata turchesa, la mortadella di Campotosto, la salsiccia di fegato aquilana, la farina di grano Solina dell’Appennino abruzzese e l’Olio extravergine di oliva Monicella.
Vi aspettiamo tutti, partecipate anche voi a questa bellissima festa.

Sta sera dalle 17.30 segui la diretta streaming su www.slowfood.it dell’incontro E da Genova Il Sirio Partiva… un dialogo sui migranti di ieri e di oggi, con Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, e Don Luigi Ciotti presidente di Libera contro le mafie.